Ambiente: soluzioni “green” per un’attività fisica sostenibile

da | Apr 26, 2021

Lo sport è tra le attività che più di tutte giovano alla nostra salute. Può essere svolta nelle palestre, nelle nostre abitazioni, nel verde ed è comunemente associato al benessere e a uno stile di vita sano e attivo. Per questo motivo, potrebbe essere difficile rendersi conto che esso può anche creare problemi all’ambiente. E che quindi occorre trovare delle soluzioni virtuose che rendano lo sport più “green”.

L’impatto dei eventi sportivi sull’inquinamento

La promozione dello sport va a scontrarsi con l’importante impatto che questo ha sulla natura. Gli eventi sportivi sono, infatti, fortemente inquinanti.

Si pensi a un grande evento sportivo che muove tifosi da tutto il mondo: solo questi spostamenti di massa hanno come risultato una grande quantità di emissioni di carbonio. Impianti sportivi, arei, treni o automobili richiedono una consumazione eccesiva di combustibili, risorse idriche e producono una grande quantità di rifiuti.

Nel luogo in cui questi eventi avvengono, lo sport ha un impatto anche sull’ecosistema. Durante gli eventi viene alterato il territorio a causa della costruzione di infrastrutture turistiche, vengono “rubate” ulteriori porzioni di terreno che vengono poi destinate allo smaltimento di rifiuti solidi. Inoltre, l’inquinamento acustico e della luce danneggiano la vita della fauna del luogo.

Sport e ambiente: cosa può fare ognuno di noi

Diventa chiaro che, benché gran parte del problema sia provocato dalla cattiva gestione di questi grandi eventi, altrettante responsabilità le abbia il singolo.

I turisti, infatti, tendono a fare un uso smodato delle risorse naturali, di energia elettrica e idrica, scelgono di fare tragitti molto lunghi pur di assistere ad un evento contribuendo, così, alle emissioni citate in precedenza.

I turisti creano disagi anche tra la comunità locale causando congestione del traffico, inquinamento acustico e rifiuti.

Il Libro Bianco dello Sport: gli eventi sportivi “green”

Nel 2007, la Commissione Europea stila il “Libro Bianco dello sport” segnando un nuovo capitolo dello sport. Infatti, La problematica viene riconosciuta dall’Unione Europea, che stila delle linee guida “green” utili per tutti gli organizzatori di eventi sportivi.

In più, molte organizzazioni aderiscono a programmi come Sport for Climate Action delle Nazioni Unite, per trovare soluzioni specifiche per il loro sport o stilano linee guida in base alle esigenze locali.

Nell’ottica di sensibilizzare i tifosi, anche le emittenti televisive hanno iniziato campagne a favore del riciclo, a parlare della produzione e consumo di plastica.

Sport e la raccolta dei rifiuti: l’adozione del “plogging”

Le azioni, però, non sono partite solo “dall’alto”. Il bisogno di un mondo più pulito e di ritrovare una coscienza e un’educazione civica hanno portato alla creazione e adozione del “plogging”.

Plogging è un neologismo, si riferisce alla raccolta dei rifiuti mentre si fa jogging. Nasce in Svezia nel 2016 ma si diffonde a macchia d’olio in tutto il mondo.

Eventi di Plogging vengono organizzati anche in Italia da diverse associazioni. Tra le più famose abbiamo Retake, una realtà diffusa su tutto il territorio che ha adottato tra le sue attività di manutenzione, riqualificazione e cura degli spazi pubblici anche questo questo connubio tra sport e pulizia dell’ambiente.

Conclusioni

Benché sia evidente quanta strada ci sia ancora da fare, è chiaro che tutti – sportivi, ambientalisti, organizzazioni sportive, Commissione Europea e cittadini comuni – stiano tendendo a un futuro sempre più verde.

Fonti:

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